GOVERNO: LE DONNE FACCIANO FIGLI E LAVORINO PER FERMARE I MIGRANTI
postato il 19 Apr 2023Il 25 Aprile si avvicina e la destra scade, come Meloni e Lollobrigida hanno fatto ieri, nel suo schema fascista/sovranista da cui raccontava di essersi liberata e chiedeva a noi di cancellare la storia per pacificare l’Italia.
Uno schema pesantemente patriarcale come ovvio, che pretende di utilizzare le donne nel modo più vergognoso possibile. Dovrebbe esserci chiaro che la parità da sola, considerata come emancipazione di donne, anche giovani, che arrivano a ricoprire ruoli di potere importanti, non basta, anzi è pericolosa.
Meloni, che ha fatto carriera in un partito riverniciato come Fratelli italiani, è stata brava, più brava di maschi che l’hanno preceduta (Fini, un solo nome) a usare il modello che ci ha messo in crisi come specie viventi, per diventare la prima donna a ricoprire il ruolo più alto di governo. E ha preteso subito di essere chiamata il presidente. In modo che fosse chiaro che le donne e le loro lotte femministe del secolo scorso, dal diritto di voto in poi, non c’entrassero nulla.
Vorrei mettere in guardia le tante femministe di oggi che rincorrono Lollobrigida, Salvini e i ministri della destra con le loro dichiarazioni spesso vergognose, che il pericolo per noi, e in realtà per tutti quelli che sono all’opposizione, non sono tanto loro, perché quanto meno si scoprono nella loro essenza, quanto invece la Meloni e la sua ministra per la famiglia e le pari opportunità Roccella, abortista radicale negli anni settanta, perché sanno mascherarsi meglio e fingere di lavorare per noi.
Farci usare per bloccare i migranti nelle carceri libiche e farli affogare sulle nostre spiagge come a Cutro, o perseguitarli sulla rotta balcanica, in cambio di promesse di più lavoro alle donne a patto che facciano figli per esempio.
O affiancarsi alle femministe radicali che da sempre denunciano l’uso dei nostri corpi con l’utero in affitto e la prostituzione e togliere la protezione speciale nel decreto Cutro oggi in Senato, e quindi lasciare le nigeriane e le altre immigrate in mano alla tratta e alla lobby prostituente, o in mano alle torture e ai ricatti in Libia, è un chiaro esempio del modo falso e ambiguo che può giocare a loro vantaggio.
Vogliono obbligarci a fare figli e a consolidare la famiglia patriarcale non facilitarci la vita, la partecipazione pubblica, la liberazione dal lavoro di cura non pagato.
Smettiamo di attenzionare le uscite propagandistiche dei maschi che lavorano per lei e non sono all’altezza per ignoranza totale. Non diamo spazio in rete.
Stiamo molto attente ai provvedimenti che vengono imposti in un Parlamento esautorato dal ruolo legislativo che la nostra Costituzione gli ha assegnato e cerchiamo di dare autorevolezza e credibilità all’opposizione anche nei comuni che vanno al voto, per rovesciare i pronostici diffusi da una informazione ben poco libera e portare avanti una controinformazione ecofemminista chiara.
Per questo stiamo lavorando sui grandi temi nei gruppi (migranti, clima, scuola, salute e differenze/pace) che abbiamo avviato per integrare il nostro decalogo. Finora la sua diffusione ci ha permesso di posizionarci molto chiaramente senza ambiguità.
Per questo abbiamo appoggiato l’elezione a segretaria del PD di Elly Schlein e lavoriamo, come il colibrì perché conosciamo i nostri limiti attuali, ad unire una opposizione divisa e ancora parzialmente in mano a narcisi di cui Renzi e Calenda non sono che l’esempio più evidente.
Abbiamo bisogno di chi vuole ottenere gli stessi risultati fuori e dentro le istituzioni
Le pregiudiziali contro la politica seconda come la chiamò la Libreria delle donne di Milano e l’estraneità al potere come rivendicano molte giovani femministe, vanno superate perché la nostra Costituzione è chiara, ed è nata dalle partigiane che ci hanno liberate dal nazifascismo. Non a caso Mattarella, con figlia e sorella si è recato ad Auschwitz in vista del 25 aprile.
Liberiamoci dal patriarcato e dalle sue ancelle, e quindi anche da questa destra. Dateci non una, ma due mani, care sorelle.